Leccare le pareti del camion per alleviare la fame e la sete. È questo l’unico metodo che i vitelli hanno per sopportare a stento le lunghe ore passate nei convogli che li porteranno al macello. Le immagini – diffuse in esclusiva in Italia da Ciwf (Compassion in World Farming) sul Corriere della Sera – arrivano dall’ultima indagine di Animal Welfare Foundation e e Tierschutzbund Zürich (con il supporto di Eyes on Animals) e denunciano le condizioni di trasporto di cuccioli di animali ancora non svezzati e destinati al macello. «Il sistema di abbeveraggio dei camion – spiegano gli animalisti – è costruito per essere utilizzabile dai suini ed è totalmente inservibile per animali in giovane età, incapaci di nutrirsi se non attraverso i capezzoli della madre o, con assistenza da parte del personale addetto, con delle apposite tettarelle». E, come denuncia sempre Ciwf, l’Italia è coinvolta in questo, in quanto terzo importatore di vitelli e primo importatore di agnelli in Ue. Il video arriva da un lavoro di due anni (fra il 2014 e il 2016) durante i quali gli attivisti hanno seguito 11 trasporti di questi giovani animali attraverso i Paesi Membri dell’Unione europea. «Spesso i camion sono sovraffollati, non c’è spazio a sufficienza in altezza per il capo degli animali e neanche perché tutti possano stendersi – sottolineano – Esausti, agnelli e vitelli vengono caricati e scaricati in maniera rude: tirati per le orecchie e per la coda, picchiati con dei bastoni. Alcuni muoiono lungo il viaggio: un effetto collaterale calcolato».
In particolare sono due i viaggi diretti in Italia dalla Polonia che le associazioni animaliste hanno seguito durante le loro investigazioni. In entrambi i trasporti, uno di agnelli e l’altro di vitelli, gli animali non sono stati nutriti adeguatamente per più di 25 ore. «Ancora una volta, purtroppo, ci troviamo di fronte a tutta la crudeltà dei trasporti di animali vivi a lunga distanza – commenta Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia – In questo caso, per di più, ai danni dei più indifesi degli indifesi: animali giovanissimi, che, strappati alla loro madre, vengono trasportati per migliaia di chilometri per essere macellati o ingrassati in uno squallido allevamento intensivo. Il nostro Paese è complice di questo commercio, ma gli animali non sono merce. Per questo chiediamo alle autorità italiane ed europee che non autorizzino più trasporti superiori alle 8 ore». L’organizzazione annuncia anche che, il prossimo 29 agosto, in occasione della giornata mondiale di mobilitazione contro il trasporto di animali vivi, ci sarà una manifestazione ad Ancona, in occasione del ventesimo anniversario della morte di circa 70mila pecore bruciate vive nell’incendio della nave che le portava dall’Australia al Medio Oriente. «Una tragedia che simboleggia la crudeltà e l’assurdità del trattare gli animali come merce e non come esseri sensibili e senzienti quali sono», conclude Pisapia.